Essere raggiunti e toccati dalle vicende altrui; condividerle - pallidamente in casi come la Shoah, data l'enormità di quella specifica esperienza - ci pare il fondamento di una possibile responsabilità, quel rispondere di qualcosa a qualcuno che nasce nel momento in cui avvertiamo come anche nostra la storia di un altro. La scrittura letteraria ha la facoltà di renderci partecipi di ciò che narra; integra il quadro delle conoscenze storiche con le emozioni, le sensazioni, i sentimenti che scaturiscono dalla memoria personale. Così sottrae all'oblio quanto è umano dimenticare. Degli uomini e delle donne - tra loro Vasilij Grossman e Liana Millu -, sopravvissuti a quella tragedia e a partire dalla loro particolare, diversa situazione, si sono fatti testimoni e scrittori, perché quella storia, raccontata, potesse divenire storia di tutti.