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*Racconti / Alberto Moravia

pubblicazione   Milano : Garzanti, 1971
descrizione   349 p. ; 18 cm.
serie   I Garzanti ; 300
note   Pubblicazione su licenza temporanea dell'editore Bompiani.


«Davanti a un Moravia, inequivocabilmente nato per narrare, cade ogni preoccupazione di problemi sulla cosiddetta arte del romanzo»; così, nel '37, Giacomo Debenedetti scriveva in una recensione a una raccolta di racconti dello scrittore, allora già famoso, de «Gli indifferenti». Questa dote, appunto inequivocabile, splende al suo massimo nel racconto lungo: un genere che Moravia ha coltivato, durante la sua carriera, sempre con fortuna. In questo volume viene presentata una scelta di quei racconti, che vuole essere in qualche modo canonica. Senza toglier nulla al narratore di «Agostino», de «Il disprezzo», de «La noia» o de «La romana», ci sembra di poter offrire qui al lettore, con «Inverno al malato», «Delitto al circolo del tennis», «La provinciale», e con tutte le altre novelle raccolte, un Moravia nuovamente da scoprire, quello che fece dire a Jean Paulhan, a Parigi, nell'immediato dopoguerra, una battuta famosa (era la prima volta che Moravia tornava in Francia a conflitto concluso): «Cosa è venuto a fare qui? A trovare i suoi allievi?». Al centro di una polemica che dura fin da quando si impose, nel '29, col suo primo romanzo, Alberto Moravia è certamente uno dei protagonisti della scena letteraria italiana. E non c'è aggressione, cui sa tener testa con piglio imperturbabilmente giovane, che possa smuoverlo di là. Egli mostra, ad ogni sortita, che in Italia si può essere scrittori, uomini di cultura, fuori degli obblighi accademici che altri si impongono come un frustrante cilizio.
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