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*Fogli di diario / Carlo Cassola

pubblicazione   Milano : Rizzoli, 1974
descrizione   151 p. ; 23 cm.
serie   La Scala


Messo come ogni giovane davanti alla scelta tra narrativa e poesia, Cassolanon ancora ventenne optò per la prima. La ragione si è sforzato di darcela più di trent'anni dopo: «...quello che ho appreso indirettamente ha avuto maggior valore di quello che ho visto coi miei occhi. Anche in letteratura, preferisco l'espressione indiretta a quella diretta. Apprezzo più la narrativa della lirica. Comunque, la lirica mi piace anch'essa; mentre provo meno interesse per quelle forme di confidenza e di confessione che oggi vanno tanto di moda. Lì lo scrittore non è allo stato puro, come erroneamente si è portati a credere: è allo stato grezzo». In altre parole Cassola è convinto che la coscienza artistica sia inseparabile dall'esigenza espressiva; che la forma serva a mettere in risalto il contenuto, che addirittura lo detrmini. Di qui la necessità di un'espressione rigorosa, come quella concentrata della poesia o quella rarefatta della narrativa. Tertium non datur. Non avrebbe dunque diritto di cittadinanza un genere ibrido come questo dei fogli di diario, a metà strada tra il racconto e la riflessione. Che specie di rigore ci si può attendere da prose in cui si passa dalla registrazione di uno stato d'animo a un ricordo d'infanzia, da un appunto per un'autobiografia letteraria a una dichiarazione di poetica, dalla citazione di un poeta amato alla descrizione di un luogo caro? Cassola dev'essersi deciso tardi a una collaborazione giornalistica di questo tipo; come deve avere esitato di fronte alla pubblicazione in volume, tanto più impegnativa di quella di un giornale. Probabilmente s'è reso conto di non avere altra strada per mostrare il proprio modo di essere al mondo, di leggere la realtà, di entrare in rapporto con le persone e le cose. Almeno in un libro, Cassola ci doveva parlare di sè. Doveva raccontarci le sue passeggiate solitarie, il corso abituale dei suoi pensieri, i ritorni negli stessi luoghi, i tentativi sempre rinnovati di stendere un bilancio della propria vita: per farci capire coa sia lo scrivere, e cosa sia il vivere per uno che scrive.
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