Marco Carrera è un uomo comune, un medico oculista con una figlia, Adele, e una moglie, Marina. La sua è una vita tormentata, ma ha imparato che il tormento può essere eluso restando fermo e facendo sì che gli eventi sfiorino la vita piano senza mai toccarla. Soprannominato “colibrì” da sua madre per via della sua bellezza infantile e della piccolezza del corpo – Marco è di bassa statura, non cresce –, si porterà questa etichetta morale per tutta la vita. E proprio come un colibrì batte le ali forsennatamente restando fermo e facendo una fatica immane per vivere. Nella sua vita ci sono molti dolori: una separazione matrimoniale, un amore mai raggiunto, perdite familiari molto profonde; ma anche tanta vita che si concretizza in Mirajin, una bambina definita “l’uomo del futuro” e nel piacere voluttuoso del gioco d’azzardo mai diventato patologico e condiviso con Duccio, uno dei suoi migliori amici della giovinezza.