Arturo Finzi è un personaggio di fantasia. Ma la sua storia è tutt'altro che fantasia: riproduce con esattezza storica ciò che è accaduto a migliaia di bambini e ragazzi italiani a partire dal 1938. Attraverso la vicenda di Arturo, Frediano Sessi illustra qual'era la vita dei ragazzi italiani negli anni della dittatura ed esplicita molti passaggi che hanno condotto l'Italia fascista a dare il suo contributo attivo nel processo di distruzione del popolo ebraico d'Europa. Leggendo le pagine del diario del protagonista si rivive il clima dell'Italia di Mussolini, di una scuola in cui ogni giorno rimbombavano slogan e discorsi della mistica fascista, tesi a forgiare gli animi dei bambini e dei giovani educandoli all'ubbidienza e alla devozione per ll Duce. Fulcro della narrazione sono le leggi razziali del 1938 e la retata nel ghetto di Roma del 1943, che si concluse con la deportazione di oltre mille ebrei nei campi della morte. Il cammino di Arturo, ebreo senza neppure sapere di essere tale, è un viaggio verso la progressiva consapevolezza del dramma del nazifascismo. Poi l'emarginazione, decretata dalla legislazione razziale. E alla fine, nella rovina dell'Italia bombardata, l'ordine di deportazione di tutti gli ebrei.